giovedì 17 marzo 2011

150 ANNI UNITA' D'ITALIA: intervista ad Adriana Bortolotti

Innanzitutto ringrazio la Dottoressa Bortolotti, che stimo da sempre e che mi affascina ogni volta che la sento e la vedo per la sua capacità di coinvolgere e far riflettere e la invito a seguirci. Grazie
Cristina Finazzi

Adriana Bortolottii è conservatore presso il Museo storico di Bergamo e collaboratrice di varie associazioni culturali a carattere storico, storiografico e musicale. Da anni collabora con le scuole per presentare la sua ricerca, la sua competenza storiografica e la sua passione per la storia. E' una risorsa inesauribile e appassionante.



Nome e cognome?
Adriana Bortolotti
Che percorso di studi ha seguito?
Io mi sono laureata in storia, all’epoca non esisteva la facoltà di storia, era lettere con indirizzo storico; mi sono laureata all’università di Roma con una tesi sul Risorgimento e cioè sul primo decennio di vita a Bergamo durante il governo della Sinistra Storica, quindi 1876 – 1886. Poi ho seguito un corso di perfezionamento in didattica generale museale e poi ho cominciato a lavorare presso il museo storico di Bergamo e mi sono occupata di educazione, all’inizio, mi occupavo di percorsi educativi, poi invece mi sono spostata più sullo studio delle collezioni e infine sono giunta al conservatorio, al museo.
Secondo Lei qual è il significato della storia e perché noi, oggi, dovremmo studiarla?
La mia prima risposta è che a questa domanda dovreste rispondere in primo luogo voi, nel senso che per una che si occupa di storia la risposta è praticamente ovvia,  la storia per me è una è un’esperienza di vita e una materia che aiuta a formare in senso fisico; quindi fonda, in qualche modo, delle capacità, delle competenze e delle conoscenze che servono per vivere nel quotidiano. Servono per capire cosa succede oggi, servono per avere dei riferimenti rivolti al passato, che aiutino, comunque, a disporre gli strumenti per vivere come cittadini consapevoli il presente; poi per me la storia è sicuramente una grande passione, ripercorrere le vicende degli uomini insegna a capire meglio l’uomo; questi sono i due motivi per cui ritengo che la storia oggi debba essere studiata; e poi perché la storia ha, agganci con qualunque altra disciplina, essendo la storia materia che si occupa dell’uomo, nel senso totale, qualunque aspetto della vita dell’uomo viene a essere incluso nella storia e, quindi, ci sono collegamenti con qualunque momento di vita, con qualunque aspetto della vita.
Al giorno d’oggi i giovani tendono a tralasciare questi aspetti che Lei ha appena descritto. Quale potrebbe essere un modo per sensibilizzarli o, comunque, avvicinarli a questi temi?
Secondo me la strada migliore è partire dal presente, dall’oggi, cioè porsi delle domande su quanto accade oggi, interrogarsi su ciò che ci circonda, ad esempio “perché c’è un monumento? Perché tutti gli anni il 4 novembre si porta una corona a quel monumento? Perché una via è intitolata ad una determinata persona? Perché esiste una costituzione che regola la vita del nostro Stato?”. Secondo me la parte più importante è partire dal presente perché, quando si è giovani, ma comunque questo vale un po’ per tutti, l’attenzione è rivolta all’attualità all’ “hic et nunc” soprattutto, e quindi è partendo da qui che si possono, attraverso interrogativi, attraverso delle curiosità intellettuali, si possono costruire conoscenze sul passato e queste conoscenze vengono ad avere un senso, che non è il passato, mondo separato e l’oggi, mondo separato, ma, partendo dal presente, si possono ricostruire dei legami e, quindi, trovare i motivi per studiare il passato. Io penso che questa sia la strada più giusta oltre che la più efficace.
Per quanto riguarda il risorgimento: qual è la sua figura preferita?
Non Garibaldi, non perché non condivida quello che ha fatto, ma perché è una risposta troppo facile. Non ho un eroe risorgimentale, mi interessa sicuramente il ruolo femminile nel risorgimento, mi interessa molto anche l’aspetto del vissuto, dell’esperienza, della memorialistica legata al Risorgimento. Ma non posso dire di avere un eroe in senso assoluto, non l’ho mai avuto; mi sono interessata alla storia del Risorgimento perché è uno dei momenti fondanti della storia della nazione italiana, della nostra storia presente, ma mi interessano molto anche le ricadute nel lunghissimo periodo, quindi anche come il ‘900 vedeva il Risorgimento, quindi non solo gli eventi, ma anche tutti i collegamenti poi nei decenni a venire; quindi non saprei darvi una figura che mi entusiasma più di altre; posso parlare più di luoghi o di eventi. Sicuramente ho provato una grande emozione quando sono entrata nel Parlamento subalpino a Torino, che è stata la prima aula del Parlamento italiano, quella dove si sono riuniti per la prima volta i deputati eletti in tutta Italia secondo uno Stato monarchico ma monarchico costituzionale; quindi  per me è stato sicuramente un momento molto emozionante, come lo è sempre, io sono originaria di Roma, passare per Porta Pia….
Oggi l’Italia è spaccata in due tra chi vuole l’unità e chi vuole il federalismo. Abbiamo capito più o meno Lei da che parte sta, ci dia qualche motivazione per la sua scelta.
La mia non è una posizione politica: la mia scelta nasce dalla convinzione che l’Italia per la sua stessa conformazione non potrebbe non essere una realtà unitaria; nasce dalla considerazione del fatto che, a maggior ragione oggi, più che frazionaria si può pensare a far interagire aree e realtà all’interno di uno Stato, perché è attraverso l’interazione, che viene già applicata a livello transcontinentale, che ci può essere “un dare e un avere” e un bilancio, se così vogliamo ragionare, positivo all’interno della vita di una nazione. Io sono favorevole al dialogo sempre e comunque, quindi questa per me è la motivazione; e poi perché le nostre radici, dal punto di vista proprio nazionale, sono unitarie, sono nate in quel momento unitarie e ripensarle richiederebbe secondo me delle consapevolezze e un senso critico che forse oggi non ci sono. Non sono assolutamente contraria, sarei favorevole se ci fosse un ragionamento per un dibattito alle spalle molto più consapevole di quelli che ci sono oggi.
Infine, pur non avendo avuto molto tempo di guardarlo, volevamo chiederle cosa ne pensa del nostro lavoro, dell’inserto.
Vedo da quest’immagine che anche voi, forse, non siete molto favorevoli alla…
Abbiamo messo entrambi i punti di vista.
Ho visto che avete sicuramente scelto innanzitutto il riferimento a Bergamo, città dei Mille. Quindi ha una connotazione del territorio molto forte in senso risorgimentale. Avete scelto dei personaggi molto conosciuti; questo è sicuramente il primo passo e trovo che sia una ricerca interessante. Vi invito ad andare anche oltre queste persone più note, più conosciute, per conoscere anche altri aspetti di questo periodo risorgimentale che hanno contrassegnato le vicende del territorio dove voi siete nati e dove ora vivete; ecco, quindi, l’invito è di proseguire, magari con un numero ulteriore che parta, come dicevo, dall’oggi, dalle tracce del risorgimento che ci sono oggi intorno a voi, per andare poi a ricollegarsi a quanto è stato; questa potrebbe essere un’ulteriore tappa da portare avanti, anche per interrogarsi su che senso ha che oggi ci siano ricordi risorgimentali. Questa è una domanda che è giusto che vi facciate come cittadini; potete anche rispondere che non è giusto che ci siano, va benissimo, però è una domanda che vi dovete porre e che dovete motivare.
Grazie


Marco Fratelli
Davide Villa 4AL