INTERVISTE


Registro elettronico, solo vantaggi?
Registro elettronico, l’ultima novità del nostro istituto. Cosa ne pensano i professori?
Abbiamo intervistato Marco Grena,  docente di matematica, sistemi e laboratorio informatica.
Secondo il prof è un'innovazione importante, l’apoteosi della trasparenza: le famiglie, gli studenti, i docenti ed il dirigente in qualsiasi momento possono vedere informazioni a loro molto utili.
I genitori possono tenere sotto controllo l’andamento del proprio figlio, avendo accesso a informazioni  riguardo: assenze, ritardi, valutazioni dei figli (comprensive di media), note, argomenti delle lezioni, programmazione disciplinare.
Per quanto riguarda i docenti: situazione dei propri studenti, media delle valutazioni, assenze, programmi svolti e compiti assegnati.
Il dirigente: situazione scolastica, assenze di studenti e docenti, note, medie delle discipline, degli studenti, delle classi per avere una visione sempre aggiornata dell'Istituto.
Ma questo registro elettronico ha solo aspetti positivi?
Risponde sempre il docente:
- Il software ha delle carenze che sono state esposte a chi di dovere (ARGO software) per trovare delle soluzioni. I punti di criticità sono:
1) impossibilità di interagire con classi non proprie (in caso di supplenza)
2) gestionale "registro di classe" / "registro del professore" completamente slegati che includono di dover inserire due volte le stesse informazioni (argomenti della lezione)
(cose che comunque già si fanno sui registri cartecei)
-3) instabilità della connessione al server esterno all'Istituto (con conseguente inagibilità dall'esterno) Niente paura: a scuola funziona sempre ed i dati non possono venir persi-

Fino alla fine del primo quadrimestre il registro elettronico (nella sola componente assenze e valutazioni, ( i genitori e gli studenti non hanno ancora ricevuto le proprie password per accedere ai vari servizi da casa) è attivato in via sperimentale. Da gennaio però, saranno consegnate le credenziali per l'accesso a genitori e studenti, rendendo quindi per i docenti obbligatoria la compilazione del registro elettronico e si potrà partire con la sperimentazione di argomenti delle lezioni, compiti assegnati, programmazione disciplinare.

Belotti Adele e Alla Anisa




La vita al "Riva", La Riforma Gelmini e....
La redazione del Times Riva School ha deciso di proporvi l’intervista fatta a tre docenti che hanno tre situazioni di lavoro differenti e vivono sulla propria pelle quello che la Riforma sta attuando

Docente precario!
NOME: Giuseppina
COGNOME: Accrogliano
STATO CIVILE: nubile
FIGLI: nessuno
PROFESSIONE: insegnante
1. Le piace il suo lavoro? si, per me è una passione e una missione, ancora nonostante tutto.
2. Ci può esporre il suo curriculum lavorativo? ho lavorato in scuole private, in scuole statali nella zona della bassa bergamasca con prevalenza di licei linguistici. Questo è il mio secondo anno in una ragioneria.
3. Da quanti anni insegna in questa scuola?questo è il primo anno e mi auguro che sia il primo di tanti altri.
4. Si trova bene qui? benissimo.
5. Pregi e difetti della nostra scuola! il difetto, per quanto mi riguarda, è che la scuola è lontana da dove vivo in quanto abito a Bergamo. È troppo poco tempo che sono qui, quindi non ho potuto osservare i difetti relativi a questa scuola. I pregi: è una scuola raccolta, piccola però funzionale al di là delle apparenze. Il pregio più grande è che c’è un rapporto quasi individualizzato tra docente e alunno e per quanto riguarda i rapporti con i colleghi, presenti in questa scuola da parecchi anni, sono davvero ottimi..
6. Quale materia insegna e in quale indirizzo di studi? insegno spagnolo nel Turistico e nell’Erica (perito aziendale).
7. Com’è il rapporto con i colleghi? Nonostante io sia l’ultima arrivata, la pivella della situazione, dai colleghi più anziani ho ricevuto un’accoglienza straordinaria mossa dalla curiosità e dal desiderio di collaborare alla pari. In altre scuole grandi questa situazione non avviene, poiché più è grande la scuola meno si interagisce fra di noi.
8. Come si sente da precario? la vita è speranzosa. Però è difficile nell’ambito personale poiché non ti puoi permettere di programmare niente. Noi siamo un anno qui un anno lì; questo è vero, ti rafforza, però è pesante poiché all’inizio di ogni anno scolastico bisogna riporre le basi; tutto ciò che si è fatto in precedenza non conta! Per noi precari non è facile lasciare quelle classi a cui hai dato tanto e conoscere nuovi alunni a cui farai fare la stessa cosa, ma anche loro subiscono il cambio.
9. Cosa pensa della riforma? Non penso che sia una riforma funzionale né per noi insegnanti né per gli studenti.
10. La prima cosa che farebbe lei se fosse ministro dell’istruzione! Darei più fondi per potenziare le scuole primarie così che almeno alle superiori arrivano più preparati.
11. Pensa che la scuola statale avrà un buon futuro? Se continua così, no.
12. Ha mai lavorato in una scuola privata? Se no, le piacerebbe provare questa esperienza o ritiene che si possa lavorare bene anche in una scuola pubblica? Ho lavorato in una scuola privata e sono due mondi completamente diversi. La scuola privata ti dà tutti gli strumenti che in questa situazione di crisi mancano alla scuola pubblica, come per esempio le attrezzature presenti nei laboratori.
13. Un episodio positivo e uno negativo che porterà sempre con sé! Un episodio negativo è la perdita di alcuni studenti a causa di incidenti o altri motivi, e questo penso sia l’episodio in assoluto più grave. L’episodio più bello è quello di avere degli allievi che iniziano da zero con la lingua spagnola e alla fine dell’anno scolastico, ti rendi conto che hanno appreso più di quanto tu volessi insegnar loro.
14. Quale messaggio vuole lasciare agli studenti e ai lettori del giornalino? Amate quello che studiate, perché quello che vi rimane farà di voi degli uomini acculturati. Non piegatevi su voi stessi, perché voi siete il nostro futuro!

Docente passato di ruolo (Anno di prova) !
NOME:Gianfranco
COGNOME: Pedrali
STATO CIVILE: sposato
FIGLI: uno, maschio Luca 12 anni
PROFESSIONE: insegnante, preparatore atletico e personal trainer.
1. Le paice il suo lavoro? si molto, mi ritengo fortunato in quanto svolgo un lavoro che posso considerare un hobby.
2. Ci può esporre il suo curriculum lavorativo? 16 anni di precariato in molte scuole superiori della provincia di Bergamo; preparatore atletico di molte squadre di calcio delle province di Bergamo e Brescia e in ambito tennistico; 25 anni di gestione di una palestra di fitness.
3. Da quanti anni insegna in questa scuola? da 9 anni.
4. Si trova bene qui? molto bene e mi dispiacerebbe in un futuro doverla lasciare.
5. Pregi e difetti della nostra scuola! per quanto riguarda i pregi ritengo che la scuola, nonostante sia piccola e a misura di studente, sia ricca di impianti e attrezzature sportive che mi permettono di svolgere al meglio il mio lavoro; di difetti sostanzialmente non me ne vengono.
6. Quale materia insegna e in quale indirizzo di studi? insegno Ed. Fisica al Liceo e al Professionale.
7. Com’è il rapporto con i colleghi? come ho già detto prima il rapporto è molto buono, la lunga permanenza in questa scuola mi ha permesso di stringere buoni rapporti con docenti e collaboratori scolastici.
8. Come si sente dopo essere stato nominato docente di ruolo? quest’anno per me è stato un anno fortunato, in quanto sono riuscito ad avere l’immissione in ruolo e questo è per me il raggiungimento di un importante traguardo. Avendo vissuto per 16 anni la condizione di precario, il mio pensiero va a tutti i colleghi che non hanno avuto la mia stessa fortuna e li esorto a tenere duro, perchè arriverà anche per loro questo momento.
9. Cosa pensa della riforma? Sono consapevole che in tempi di crisi come i nostri si debba risparmiare ed evitare gli sprechi, ma nell’ambito educativo non bisogna far mancare le risorse necessarie per poter formare adeguatamente i nostri ragazzi che sono alla base della nostra società futura. Risparmiare va bene ma non nell’educazione e nella sanità.
10. La prima cosa che farebbe lei se fosse Ministro dell’Istruzione! sicuramente aumenterei le ore di Educazione Fisica, in quanto ritengo che ad oggi siano troppo poche. Inoltre ritengo che lo sport e l’attività fisica siano elementi formativi ed educativi importantissimi per il completo sviluppo fisico e psichico dei ragazzi. Cercherei di riversare nella scuola maggiori energie per elevare il livello della nostra bistrattata scuola.
11. Pensa che la scuola statale avrà un buon futuro? se si continua con le azioni messe in atto dalle ultime amministrazioni, credo di no. Ma siccome io sono ottimista, credo che la scuola uscirà da questo momento di crisi e resterà, come deve essere, al centro dell’interesse pubblico generale.
12. Ha mai lavorato in una scuola privata? Se no, le piacerebbe provare questa esperienza o ritiene che si possa lavorare bene anche in una scuola pubblica? non ho mai lavorato in un istituto privato, ma alcuni colleghi mi hanno parlato di esperienze sia negative che positive, quindi non posso giudicare. Per quanto riguarda me, continuerò a lavorare nella scuola pubblica.
13. ANTICIPAZIONI SUL PROSSIMO ANNO: i suoi alunni possono sperare nuovamente di averla tra loro il prossimo anno? Purtroppo, come ho già detto sopra, quest’anno sono entrato in ruolo nella provincia di Brescia e sarò costretto a malincuore a trasferirmi in un istituto superiore della provincia di Brescia. Però… non si sa mai.
14. Un episodio positivo e uno negativo che porterà sempre con sé! come episodi positivi, oltre agli innumerevoli rapporti tra colleghi, ricordo le belle esperienze alle gare sportive studentesche, alle attività sportive pomeridiane come i molti corsi svolti sul lago di vela, canoa e sci nautico. Negativi non ne ricordo.
15. Quale messaggio vuole lasciare agli studenti e ai lettori del giornalino? oltre all’ovvia raccomandazione di fare sport e attività fisica (che mi sembra scontato), applicatevi nella scuola che anche se adesso non lo capite, sarà importantissima per la vostra vita. Vi consiglio anche di condurre sempre una vita sana, leale e coerente con i valori che i vostri genitori vi hanno insegnato.

Docente di ruolo!

NOME: Anna
COGNOME: Tiraboschi
STATO CIVILE: coniugata
FIGLI: 2 maschi, 16 e 14 anni.
PROFESSIONE: insegnate
1. Le piace il suo lavoro? Si, molto.
2. Ci può esporre il suo curriculum lavorativo? appena laureata, ho lavorato qualche mese in una azienda informatica ma poi mi hanno chiamato per una supplenza e ho iniziato la mia carriera da insegnante. Come precaria ho insegnato elettrotecnica per 8 anni, sono passata di ruolo sempre su quella classe di concorso ed infine da 5anni insegno matematica e fisica al liceo.
3. Da quanti anni insegna in questa scuola? in questa scuola da 5 anni.
4. Si trova bene qui? si.
5. Pregi e difetti della nostra scuola! è una scuola piccola e quindi è più facile entrare in relazione con le persone (colleghi, personale, dirigenza e alunni)ma nello stesso tempo manca un po’ il confronto, per esempio sono l’unica insegnante di matematica e fisica di ruolo. Il fatto che molti insegnanti non sono di ruolo è negativo perché spesso ci si trova bene con delle persone che l’anno dopo cambiano sede.
6. Quale materia insegna e in quale indirizzo di studi? insegno Matematica e Fisica al Liceo.
7. Com’è il rapporto con i colleghi? mi trovo bene con la maggior parte dei colleghi sia del mio corso che degli altri indirizzi, ci sono diverse persone nella nostra scuola disposte a collaborare, forse qualcuno è un po’ demoralizzato da sue esperienze precedenti e non si lascia coinvolgere troppo dalle attività proposte dalla scuola.
8. Come si sente dopo essere stato nominato docente di ruolo? in un certo senso sì, ma se penso ai miei anni da precaria non è che sia cambiato molto, venivo nominata sempre dai primi di settembre a fine agosto e ho sempre potuto scegliere la sede da me preferita.
9. Cosa pensa della riforma? per alcuni aspetti sono convinta che la scuola superiore andasse riformata, l’eccessivo numero di indirizzi e di ore di scuola secondo me andavano diminuite, nello stesso tempo ritengo che una riforma non debba avere come unico obiettivo il risparmio economico e di personale, e quindi non condivido alcune scelte.
10. La prima cosa che farebbe lei se fosse ministro dell’istruzione! sicuramente farei qualcosa per l’obbligo scolastico perché se da una parte sono convinta che l’istruzione è fondamentale per qualsiasi cittadino, indipendentemente dal lavoro che farà, dall’altra ritengo infruttuoso costringere tra i banchi ragazzi che vorrebbero essere altrove. So che è difficilissimo risolvere questo problema ma le scelte attuali penalizzano chi viene a scuola per studiare e imparare.
11. Pensa che la scuola statale avrà un buon futuro? più che altro ci spero. Perché secondo me è fondamentale che lo Stato si occupi della formazione e dell’istruzione dei suoi cittadini.
12. Ha mai lavorato in una scuola privata? Se no, le piacerebbe provare questa esperienze, o ritiene che si possa lavorare bene anche in una scuola pubblica? non ho mai lavorato in una scuola privata però ho frequentato le superiori in un liceo privato e ho un bellissimo ricordo dei miei insegnanti. Penso che sia la scuola pubblica che quella privata possano offrire un’ ottima istruzione agli alunni, sicuramente dovrebbero avere le stesse possibilità in termini di risorse, non solo economiche, ma anche professionali. So di dire una cosa poco popolare ma non sono molto d’accordo su come viene effettuato il reclutamento nello Stato.
13. ANTICIPAZIONI SUL PROSSIMO ANNO: i suoi alunni possono sperare nuovamente di averla tra loro il prossimo anno? io sono di ruolo qui e non intendo cambiare, certo che se il liceo non ripartirà con nuove iscrizione, dovrò scegliere una nuova sede.
14. Un episodio positivo e uno negativo che porterà sempre con sé! sicuramente porto sempre nel cuore il rapporto che riesco a creare con la maggior parte degli alunni (indipendentemente dal loro voto in matematica). Alcuni episodi negativi, che comunque mi hanno insegnato a cambiare, sono stati “scontri” con genitori di ragazzi bocciati (niente di irreparabile e definitivo, anzi con alcuni di questi i rapporti sono andati via via migliorando).
15. Quale messaggio vuole lasciare agli studenti e ai lettori del giornalino? “Meglio essere ottimisti e avere torto, che pessimisti e avere ragione” Albert Einstein. Siate ottimisti ma non pensiate che le cose positive vi piovano dal cielo senza impegno.

Elena Gabanelli 4AL




“IMPEGNATEVI PER RICONOSCERE IL FUMO DALL’ARROSTO!!!”
Nome e cognome: Carlo Martelli

Dove e quando è nato? : “13/03/19** (sorride) a Castelraimondo, in provincia di Macerata, il paese più bello del mondo!”

Dove abita?: a Bergamo.

E’ sposato?: “Si… ho anche 2 figli, una femmina di 30 anni e un maschio di 28 anni”

Titolo di studio?:  “Perito chimico e laureato in Chimica”

La sua preferenza calcistica?:  “Nasco romanista ma tifo per l’Atalanta e simpatizzo per l’Inter”

Passioni particolari?:  “ La lettura, leggo di tutto, ma mi piacciono molto i libri del settore chimico e scientifico”


Un suo sogno mai realizzato?: “Mi sono fissato degli obiettivi e li ho quasi sempre raggiunti”

Miglior sogno realizzato?:  “Sono soddisfatto di essere rimasto nella scuola, perché ho avuto l’opportunità di fare un lavoro che mi è sempre piaciuto e che mi soddisfa”

Diventare Dirigente era uno dei suoi obiettivi?
“Non pensavo nemmeno di fare il dirigente da ragazzo, è stato un caso della vita: dopo l’università ho fatto il servizio militare e caso volle che mi trovai a Bergamo ad insegnare Chimica e Chimico-fisica”

Lei è già stato dirigente di questa scuola, cosa l’ha spinta a tornare nel nostro istituto?:
“Ho deciso di accettare la reggenza del “Riva” di Sarnico perché già in precedenza ne sono stato il Dirigente. In quell’occasione, dal 2000 al 2003, vi trovai un ambiente molto positivo in cui la Comunità mostrò attenzione alla scuola e un forte interesse a farla crescere e a farla diventare autonoma. Apprezzai molto che vari Amministratori e persone pur di orientamento politico diverso lavorarono e collaborarono insieme raggiungendo grossi risultati sino a permettere alla scuola di  Sarnico di divenire una scuola con una Presidenza autonoma”

Ha trovato difficoltà ad integrarsi, o particolari cambiamenti nell’istituto?
“Nessuna difficoltà e pochi positivi cambiamenti; l’attenzione del territorio e in particolare del comune di sarnico nei confronti del “Riva” è sempre la stessa.
Gli interessi e gli stimoli che ne derivano, tradotti in azione, hanno portato ad ottimi risultati e sicuramente potenzieranno e miglioreranno questa scuola”

Come immagina la scuola del futuro?
“Bisogna essere degli indovini! Mi piacerebbe molto una scuola priva di discriminazioni e caratterizzata dalla libertà di espressione, anche se questa visione potrebbe sembrare irraggiungibile”

Che cosa pensa della riforma? È necessaria?
“Era necessario adeguarci, almeno in parte all’Europa anche se la scuola, perlomeno, Bergamsca è stata sempre ritenuta all’altezza di quanto richiesto dal mondo del lavoro.
Se l’attuazione della riforma riuscirà ad eliminare quella grossa fascia di studenti che abbandonano la scuola prima di conseguire una qualifica o un diploma, allora la riforma avrà una sua validità.
Bisogna però ricordare che la sua efficacia è legata agli investimenti in risorse umane ed economiche; chi sostiene che le riforme, come quella scolastica, possono essere fatte a costo zero o è in mala fede o capisce poco”

Quali innovazioni prevede per il nostro istituto?
“Innanzitutto mantenere e istituzionalizzare il contatto tra la scuola e gli industriali del territorio; in secondo luogo costituire un Comitato Tecnica Scientifico in cui anche la voce degli Enti locali sia presa in considerazione per mantenere la scuola all’interno del territorio in cui vive e per meglio integrare gli studenti nel mondo del lavoro”

E per finire, faccia un augurio ai suoi studenti!
“MIGLIORI AUGURI AI MATURANDI; IMPARARE AD ESSERE SERENI E A METTERE PASSIONE E VOLONTA’ NELLO STUDIO. …. E’ UN ARRICCHIMENTO PERSONALE, CHE PERMETTE DI DIVENTARE CITTADINI DI SOSTANZA CHE RICONOSCANO IL FUMO…..DALL’ARROSTO”

Laura Galbusera 5^AL





MARIE REINE JOSIANE TOE

Nel nostro istituto si è svolta la  4^ edizione del Festival di cortometraggi “C’è un tempo per… l’integrazione”. Questo Festival è rivolto a tutti i video/filmmaker che abbiano affrontato o intendano affrontare il tema dell’integrazione tra persone, famiglie, popolazioni di diversa appartenenza culturale e provenienza nazionale. Ospite d’onore è stata Marie Reine Josiane Toe, che ci ha concesso in esclusiva questa intervista.
Marie è nata nel 1974 ad Abidjan, Costa d’Avorio, è però cittadina del Burkina Faso e risiede in Italia dal 1991.
Laureanda in Scienze Politiche presso l’Università degli studi di Genova, si occupa di comunicazione da diversi anni.
Dopo 2 stagioni in emittenti locali abruzzesi, dal 1994 al 1996, partecipa ad alcune trasmissioni televisive nazionali e studia recitazione.
Nel 1999, per seguire i corsi universitari, si trasferisce a Genova dove prosegue le esperienze in ambito cine-televisivo.
Tramite l’Università accede, nel 2003, a un master in “ Video giornalismo e Reportage Televisivo” e si trasferisce a Milano. Attualmente esercita le professioni di scrittrice, regista e attrice.
Dove sei nata?
Io provengo dalla costa d’Avorio sono nata lì, ma sono cittadina del Burkina Faso, e sono in Italia dal 1991.
Come hai trascorso la tua infanzia?
Ho trascorso la mia infanzia in Cina, mio padre era un diplomatico e quindi ho avuto un’infanzia molto divertente, trascorsa con bambini di tante nazionalità e quindi per me vi  è stata integrazione da subito.
In Italia come ti sei integrata?
È stato più difficile, perché comunque ero  più grande. Ho imparato la lingua tramite l’università di Perugia e questo mi ha aiutato a comunicare con le persone; infatti per quanto mi riguarda l’integrazione incomincia comunicando.
La laurea è stata influenzata da tuo padre?
Sicuramente c’è stata una volontà di seguire le orme di mio padre, visto che io adoravo mio padre come tutte le figlie e ho quindi voluto combattere per quello in cui lui credeva, ossia migliorare la condizione umana delle persone nel mio paese. La laurea è stata  un approfondimento e un piacere perché io in realtà sono un perito chimico, industriale.
Attualmente di cosa ti occupi?
Sono impegnata nella creazione di un’associazione che si occupa della mal nutrizione infantile; nel mio paese c’è un’elevata percentuale di mortalità infantile e quindi vorrei combattere questo fenomeno.
Hai scritto anche un libro che si chiama “il mio nome è regina” di cosa parla?
Questo libro parla del mio percorso  infantile, in cui si sconvolgono i miei equilibri di bambina a causa della rivoluzione venuta a crearsi nel mio paese e dell’integrazione in Italia, che si è svolta tra gioie e dolori.
Cosa intendi quando dici che nella tua vita sei stata più persone?
Te lo spiego attraverso l’esempio del mio nome, infatti io sono stata sempre chiamata in modi diversi; adesso mi chiamano per la maggior parte Marie, in Abruzzo mi chiamavano Reine, mia madre Josie, mio padre Reine. Quindi si può dire che è stato questo a portarmi a pensare che sono stata diverse persone nella mia vita.

Un grazie da parte di tutta la nostra redazione, speriamo di rincontrarti presto.
Michela Moliterno



INTERVISTA PROFESSORESSA DANIELA D’AMICO.
DOMANDE
nome: Daniela
cognome: D’Amico
professione: insegnante

1-cosa pensa della situazione scolastica italiana?
2-cosa l'ha spinta a scegliere il lavoro di insegnante?
3-forse non tutti lo sanno, ma lei ha insegnato anche nel nostro istituto.. che ricordo ha di quell'esperienza?
4- tornerebbe a Sarnico?
5-se potesse fare un salto indietro nel tempo, sceglierebbe ancora la carriera scolastica?
6-oltre ad essere impegnata tra i libri di scuola, ha trovato del tempo per scrivere un libro di suo pugno: "la via delle stelle"... scrivere è per lei un passatempo o proprio un bisogno, frutto di una passione che ha sempre avuto?
7- di cosa parla il suo libro?
8- perchè dovremmo leggerlo? e perchè dovremmo leggere in generale?
9- ora le lascerei uno spazio per fare, se vuole, un saluto e dare un consiglio a noi redattori e a noi studenti del Serafino Riva, per vivere al meglio il mondo della scuola.

Risposte:
1- Sono molto preoccupata e non parlo come insegnante precaria che teme di perdere il suo "posto" ma per i ragazzi a cui ogni anno viene tolto un pò di quello che è loro diritto trovare a scuola. E' vero che stiamo vivendo un periodo di grande crisi economica a livello mondiale ma è anche vero che molti paesi occidentali hanno deciso di rispondere a questa crisi proprio partendo dal futuro, cioè dalle giovani generazioni per formarli meglio, quindi sono partiti proprio "spendendo" nella scuola. Se poi fosse vero che i tagli dovrebbero significare miglioramenti nelle strutture e nella didattica, spero che queste cose si noteranno nei prossimi anni, ma, al momento, mi sembra di vedere solo molta confusione e disagio da parte di tutti a partire dalle classi numerose per cui in aule collaudate per un max di 25 alunni se ne stipano anche 32 e oltre.
2- Principalmente la mia passione per le materie che insegno, cioè quelle umanistiche. E il piacere, che spero non sia solo mio, di condividere parte della mia giornata con ragazzi giovani. In questo penso di essere fortunata e di svolgere un lavoro privilegiato che mi permette di stare a contatto con la parte più bella della nostra società. E poi stare con i ragazzi mi spinge a essere sempre al passo con le nuove mode, a non fossilizzarmi mai... insomma a rimanere giovane anch'io!
3- Una bellissima esperienza e non lo dico per retorica. Ho insegnato nelle prime tre classi dello scientifico e nella seconda e terza ITIS. Due esperienze molto diverse e faticose in modo differente ma molto importanti dal punto di vista professionale e umano. Con alcuni ragazzi poi mi sento ancora su Facebook e questo mi fa molto piacere, perché dato che sono un'insegnante precaria è bello poter rimanere in contatto con i propri alunni con cui si è condiviso un anno della propria vita.
4- Certamente! Il lago, in qualche modo, fa parte del mio destino, infatti quest'anno sono a Lovere. A Sarnico, nonostante la distanza da Bergamo, dove abito, ci tornerei perché ho un bellissimo ricordo non solo dei ragazzi ma anche dei colleghi. C'era molto affiatamento e tante persone aperte e simpatiche. Non è frequente trovare ambienti così, lo posso dire perché ho già conosciuto otto scuole.
5- Questa è una domanda difficile. Non posso dire di non essere soddisfatta del mio lavoro e penso che l'abbiate capito dalle risposte che ho già dato. Quindi, credo che lo rifarei. Ma se dovessi consigliarlo a qualcuno, gli direi di pensarci bene. Non è per una questione economica, perché la cosa più importante è fare il lavoro che più piace. Ma le modalità per arrivare ad una stabilità lavorativa sono molto lunghe e macchinose e si rischia che la maggior parte delle energie e degli entusiasmi si disperda nel tempo e può essere molto triste anche per gli alunni che poi hanno a che fare con professori demotivati e stanchi.
6- Non è un passatempo. Da quando lavoro, a causa degli impegni e perché no? anche del tempo che si impiega negli spostamenti tra casa e scuola, sono stata costretta a fare a meno di molti dei miei interessi, di cose che, fino a dieci anni fa, avrei ritenuto impossibile potessero uscire dalla mia vita. Ma della scrittura non potrei mai liberarmi. Per me è come mangiare o dormire, chi mi conosce sa che se non scrivo o non penso ai miei personaggi per troppo tempo vuol dire che non sto bene, non sono felice. Sì, è proprio un bisogno e nasce dalla necessità di farmi compagnia. Sono arrivata a Bergamo sette anni fa dalla Sicilia e non conoscevo nessuno, i miei personaggi, le mie storie che prima erano solo un gioco mi hanno riempito le giornate e mi hanno aiutato a superare la nostalgia. Adesso sono parte della mia vita.
7- Allora, il mio libro è un fantasy ed è ambientato, guarda un pò, proprio in riva a un lago. Ho cominciato a scriverlo proprio mentre insegnavo a Sarnico. Comunque, penso che diversamente dagli altri fantasy, ho curato l'aspetto più romantico, dato che la protagonista è una ragazza. Si chiama Lucenzia e deve affrontare un lungo viaggio per conoscere se stessa e il suo passato in bilico tra ciò che il destino ha deciso per lei prima della nascita e i suoi desideri. Avrà il tempo per trovare anche l'amore e amici molto speciali che le insegneranno che i sentimenti vanno al di là delle barriere inventate dagli uomini.
8- perché parla di tutti noi. L'ambientazione è fantasy ma i sentimenti sono quelli di ogni ragazzo o ragazza quando si affaccia alla vita e tenta di scoprire chi è e qual'è il suo destino. E perché è avvicente e non lo dico io ma un mio lettore che ci ha messo solo tre giorni a finirlo! Perché leggere, in generale? Perché è un modo per viaggiare, prima di tutto, viaggiare nel tempo o nello spazio o in mondi del tutto differenti ai nostri, per capire di più di ciò che ci circonda e di noi stessi, o semplicemente perché qualcuno voleva regalarci una storia che ci facesse sognare e sarebbe un peccato non approfittare di questo dono gratuito. Un vero scrittore desidera non tanto la fama ma vedere felici i propri lettori.
9- Siamo alla fine dell'anno scolastico e questo, credetemi, fa piacere anche a noi insegnanti, se non ve ne siete già accorti! Comunque, il mio saluto è un augurio che viviate la scuola non come un fastidio o un peso ma un'opportunità irripetibile che davvero si presenta una volta sola nella vita. Di stare a contatto con altre persone della vostra età con cui confrontarvi, con persone adulte che spendono il loro tempo per aiutarvi a crescere (anche se a volte i loro metodi vi sembrano contorti), di imparare cose che possono anche sembrare inutili ma che contribuiscono a farvi diventare gli uomini di domani. Un abbraccio, con tutto il cuore, a tutto il Serafino Riva e al giornale che seguo sempre in tutti i suoi successi e nelle sue forme, non solo cartaceo ma anche multimediale, e a tutti gli studenti di ieri e di oggi, grazie per questa opportunità.
Eva Bettoni 4al