CULTURA/INTRATTENIMENTO


La Nuova Gioventù
I giovani stanno cambiando!
Cambiano più di quanto possiamo immaginare, tanto che si sente parlare di “nuova gioventù”. Rispetto, al film di Marco Tullio Giordana “La migliore gioventù” i giovani d’oggi sembrano distinguersi principalmente per una serie di comportamenti e valori negativi.
Sempre più spesso, i ragazzi, si rinchiudono in loro stessi annullando quasi completamente la loro vita sociale e cercano di far sentire alle persone a loro circostanti l’urlo del proprio silenzio. Sono ragazzi che non riescono a sentirsi parte di un gruppo, che hanno enormi difficoltà a farsi riconoscere per quello che sono veramente e non per la maschera che indossano, che mostra un carattere completamente diverso da quello reale. E’ una tattica molto difficile da riconoscere e contrastare perché i giovani con questo tipo di problemi cercano di sfogarsi attraverso mezzi che fanno tutt’altro che il loro bene. Questi ragazzi molte volte si rifugiano in quel mondo chiamato internet, che diventa la voce del proprio silenzio, e iniziano ad abusare di questo prezioso strumento fino ad esserne completamente dipendenti, come ad esempio la dipendenza verso il social network. Analizzando il fenomeno delle dipendenze giovanili, internet entra di diritto in questa fascia, ormai la maggioranza dei giovani sente il bisogno di avere questa risorsa come se facesse parte, di diritto, dei bisogni primari, infatti, spesso accade che quando a queste persone togli la possibilità di utilizzare questa risorsa iniziano ad innervosirsi e a sentirsi completamente isolati da mondo che li circonda. Questo è disarmante perché ci mette di fronte a una realtà giovanile che sconvolge l’idea che molto si fanno, infatti molti giovani al giorno d’oggi preferiscono navigare in internet per tutto il giorno anziché leggersi un libro che permette di migliorare in molti campi, e dunque comunicano solo con SMS e chat. Questo tipo di dipendenza non è molto inferiore come ad esempio a quella dagli stupefacenti, infatti, il ragazzo dipendente vuole avere sempre di più e non riesce a cogliere i veri limiti del proprio corpo che non è una macchina. Non è una macchina! Ecco questo è un punto fondamentale, i ragazzi sono emozioni che si alternano, sono creatività che cammina, sono il futuro e purtroppo molto spesso sono ignorati senza avere gli strumenti che possano aiutarli a esprimersi senza sentirsi per forza trasgressivi.
A volte la mancata possibilità di esprimersi induce i giovanti ad avere un comportamento completamente opposto a quello espresso in precedenza, infatti, sempre più ragazzi, pur di dimostrare di essere “degno” di far parte della massa e di un determinato gruppo, sono disposti a fare qualunque cosa sia in loro potere fino ad arrivare a compiere gesti di cui non riescono a riconoscere i pericoli e soprattutto i limiti. Molti ragazzi vogliono mostrarsi come quelli coraggiosi, quelli duri, “fighi” che si ubriacano, che gettano massi dai cavalcavia, che aggrediscono i senzatetto, e invece non capiscono che si dimostra di essere veramente coraggiosi quando s’impara ad avere un senso critico che ci permetta di capire ciò che è possibile fare da ciò che non va fatto e dunque che ci permetta di crescere rendendoci capaci di essere il più possibile maturi davanti al mondo reale. Noi stessi essendo giovani, vogliamo far capire alla società che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio e che questa situazione ci ferisce moltissimo perché molte volte le persone tendono a dare giudizi troppo affrettati e sentiamo sempre più spesso parlare di noi solo in negativo. Perché a livello mediatico e d’informazione non si parla più di noi in positivo?
Siamo soggetti e figli dei nostri genitori che ci hanno dato un’educazione ed una “spina dorsale” di valori che rappresentano i valori etici e civili della società moderna. Riconosciamo dunque quei ragazzi che conducono una vita fatta di sani principi e che sono penalizzati dalla continua generalizzazione da parte della società con l’etichetta “nuova gioventù” cui sono legati fatti negativi e non compresi. Impariamo a pensare che esistiamo anche noi giovani, che siamo la continuazione dei valori civili e morali trasmessi dalla famiglia, dalla scuola, dagli oratori, dai centri sportivi e da tutti i centri educativi che spesso sono ignorati ma che pure esistono nella nostra società.
Lo Castro Antonino, Zinesi Roberto, Bellini Andrea, Belometti Andrea Classe 4 A ITIS I.S.S.S Serafino Riva Sarnico





FATTI DI PLASTICA
La chirurgia estetica è ormai diffusissima. Non solo  le ultra quarantenni, ma negli ultimi anni, anche le giovani donne decidono sempre più spesso di ricorrere a qualche “ritocchino”.
Secondo voi sono meglio le donne rifatte o quelle al naturale? Preferite una donna con una quarta abbondante rifatta o una seconda? Una donna non può essere sensuale anche nelle sue forme prosperose? Deve per forza avere un naso perfetto, seno abbondante e gambe da far restare senza fiato?
Guardate qua, la nostra cara Victoria Adams, non era meglio prima? Il suo bel maritino sarà contento del ritocchino?
Solitamente si dice che con l’età si migliora, o per lo meno si matura. Ma questo non è il caso della Adams. Ma vi rendete conto? Ha solo 36 anni e si è già sottoposta per ben tre volte alla mastoplastica additiva, ha pompato le labbra e si è “lisciata” con il botulino. Secondo voi a 80 anni (sempre se ci arriva, poiché il botulino è cancerogeno), cosa altro si rifarà?
La bellissima attrice Angelina Jolie è una delle donne più desiderate ed ammirate del mondo. La natura è stata veramente molto generosa con lei però...qualche aiuto potrebbe essere intervenuto. Si sospettano due interventi di chirurgia estetica al viso; la rinoplastica, come si può osservare nella foto, ora il naso dell’attrice è più armonioso; e la labioplastica, ciò probabilmente è dovuto ad infiltrazioni di acido ialuronico.
Angelina, ma perché sei voluta entrare anche tu nel vortice della chirurgia estetica?
Ti avrebbero apprezzato anche al naturale, te lo assicuro.
Ormai non è più uno scandalo la notizia che una donna su 20 si è affidata alle cure del chirurgo plastico per migliorare qualcosa del proprio aspetto. Non sono più solo le donne famose a rifarsi, ma anche le persone comuni. C’è chi pensa che rifare il seno renda la donna più sensuale, ma non è così. Ci sono però donne bellissime che non hanno ricorso all’ormai comune “ritocchino”. Le famose che resistono sono così poche che basta semplicemente una mano per contarle. Si tratta della spagnola Vanessa Incontrada, della svizzera Michelle Hunziker o della francese Laetitia Casta (foto), fantastiche così come sono: acqua, sapone e nessun collagene.
Il fenomeno della chirurgia estetica non ha coinvolto solo le donne, ma anche gli uomini si sono fatti trascinare in questo circolo vizioso. Per non andare oltre i confini nazionali, il nostro caro presidente del Consiglio Silvio Berlusconi  si presenta in questo modo.
Ma caro Cavaliere, dove sono finiti i capelli? Ops, non avevo guardato nella seconda foto. Ecco che magicamente i capelli sono tornati in testa. La faccia poi è ricca di sostanze al collagene che un giorno potrebbero cedere, causando così molte rughe. Ma Silvio, con i suoi ormai 70 anni suonati da un po’, non ha paura di invecchiare. E ci credo, più vecchio di così! Il suo è un caso particolare. Mi sa proprio che la chirurgia estetica non fa miracoli, e lui ne è la prova calzante.
(Un divo di Hollywood come George Clooney non poteva non sistemare qualche imperfezione, così da poter mantenere la propria icona sexy. Il nostro  attore ha fatto ricorso alla blefaroplastica bilaterale, fatta per eliminare gli eccessi di pelle e i piccoli accumuli adiposi sopra e sotto agli occhi. Non pensate pure voi, che anche prima dell’intervento fosse un uomo da ammirare? Però come direbbe lui: “no ritocchi? No party!”
La perfezione non si raggiunge andando dal chirurgo plastico e rifacendosi una parte del corpo.
Il concetto di bello è soggettivo e gode di due variabili: quella temporale e quella geografica.
La bellezza di qualcuno o qualcosa, varia da luogo a luogo, da persona a persona; quindi non dobbiamo prendere a modello una persona famosa per diventare come lei. Tutto questo è illogico. Io sono io! Voglio che nessuno sia come me. Siamo unici nella nostra unicità!
Non si può, per natura, sottrarre una persona all’invecchiamento; è un percorso spontaneo. Nasciamo, cresciamo, invecchiamo e moriamo! Credetemi, meglio una ragazza carina ma intelligente, piuttosto che una bellissima (magari pure rifatta) e oca. Anche perché la maggior parte delle rifatte è obiettivamente brutta.
E come dice il detto: il vino migliora con il tempo (e nemmeno lui ha le rughe :)).

ELENA GABANELLI

Una storia dell’Africa

UN POPOLO IN CERCA DELLA LIBERTA’
Sembrava che tutto andasse per il verso giusto in quelle tribù dell’Africa che avevano fatto amicizia con tutti quei colonizzatori francesi giunti in questo continente in cerca di fortuna. Neri e bianchi erano legati da una cosa davvero preziosa, difficile da conquistare, ma che troppo spesso si perde con molta facilità. Li univa un valore inestimabile: la fedeltà. Gli Africani non esitavano ad aiutare i loro amici europei e fu così che, animati da un’enorme forza di volontà e ben addestrati nel combattimento, quei visi scuri fecero della Francia l’indiscussa vincitrice di diverse battaglie. Sembrava tutto “rose e fiori”. Ma non capita molto spesso di dipingere la realtà di azzurro: il cielo dell’Africa andava sbiadendosi sempre più, prima con qualche nuvoletta bianca qua e là, poi con grandi nubi grigie che nascondevano a poco a poco quell’aura turchina che non molto tempo prima aveva immerso le tribù in un sogno in cui non regnava altro che l’aiuto reciproco tra due popoli culturalmente agli antipodi. Così le cose si complicarono: i Francesi iniziarono ad approfittare dell’aiuto offerto loro dagli Africani. Questi ultimi, a loro volta, miravano a raggiungere un ideale imprescindibile nella vita di un popolo, uno dei capisaldi dell’umanità: la libertà.
Nonostante i tentativi pacifisti di cui si fecero portatori quegli uomini dalla pelle scura, i colonizzatori si rivelarono estremamente ostili nell’accordare la libertà alle tribù che erano in loro possesso. Iniziarono così diverse ribellioni: il cielo divenne oscuro, L’atmosfera si fece cupa, tenebrosa. Il peggio stava per arrivare. I Francesi da amici fedeli si trasformarono in disumani carnefici: quegli Africani vennero bruciati proprio nel campo dove erano soliti allenarsi, in quel campo che era per loro simbolo del legame con i bianchi, delle battaglie combattute a loro fianco e delle vittorie di cui erano stati gli artefici.
Ma non ci si poteva arrendere proprio ora, la lotta era appena iniziata. Meglio morire per gli ideali in cui si crede oppure vivere privati dei propri valori?
Vedere i propri fratelli sconfitti da coloro accanto ai quali avevano sempre combattuto esortò un’altra tribù africana a scrivere nel proprio cuore la parola libertà. A guidare questa gente era un re che, si narra, avesse influenze mistiche, soprannaturali tali da renderlo quasi immortale. C’era un solo modo per distruggerlo. Ed una sola persona, oltre a lui, a conoscere quale fosse: il suo più fedele consigliere; infatti, era anche custode del più grande segreto del re, il quale era un sovrano molto potente e stimato dalla sua tribù. Grazie a lui si vinsero diverse battaglie contro i francesi ed uno spiraglio di luce pareva iniziasse ad illuminare di nuovo la vita di quelle pelli scure. Ma, ancora una volta, non tutto andò per il meglio: a quell’inestimabile valore che è la fedeltà si sovrappose nuovamente l’egoismo, la bramosia, l’istinto di possedere senza limiti, pure a discapito degli altri.
E così, il migliore amico del re, nonché suo consigliere, soffocò il bene della propria tribù, facendo prevalere il suo interesse personale. I Francesi, infatti, avevano un progetto ben preciso per quelle terre africane che facevano da scenografia alle difficili vite di quella gente dai visi scuri; volevano costruire una ferrovia, togliendo alla tribù l’unica cosa che ormai le rimaneva: la sua terra. Ciò dunque provocò il dissenso fra tutti gli Africani, compreso il re. Soltanto una persona si rivelò a favore dei colonizzatori europei: il consigliere. Avrebbe infatti ricevuto un’enorme ricompensa se fosse riuscito a far realizzare il progetto dei bianchi. Così fece una delle peggiori cose che si possano fare al mondo: rivelò il segreto del sovrano ai Francesi, che quindi poterono uccidere il re con facilità, eliminando in tal modo ogni cosa che potesse ostacolare la costruzione della ferrovia. Il re dunque morì e, con lui, morì la possibilità di ottenere la libertà. Ma non tutto era perduto: la speranza restava accesa nell’anima di quei visi color carbone, la speranza
di vedere un giorno il proprio sogno realizzato.
Chitò Giulia