martedì 31 maggio 2011

150 ANNI UNITA' D'ITALIA: Alba e Gabriele...

Fondazione Bergamo nella storia

ALBA CORALLI E GABRIELE CAMOZZI, PATRIOTI INNAMORATI
All’interno dello scenario ottocentesco italiano, in cui si animano le menti patriottiche che aspirano ad un’Italia unita sotto un’unica corona, non ci troviamo soltanto di fronte a fatti puramente storico-politici: ciò che affascina forse ancor più dell’impeto che ha il raggiungimento dell’unità sugli italiani è quella sorta di retroscena che si crea tra un’insurrezione e l’altra.
E’ infatti dallo scambio di ideali politici concordi o, talvolta antitetici, che si vedono sorgere intense storie d’amore, come lo è quella tra Gabriele Camozzi e Alba Coralli, la cui testimonianza ci è pervenuta grazie alle 800 lettere che i due patrioti si sono scambiati in un ventennio circa. Alba, educata secondo principi moderni e liberali, abituata all’indipendenza di azione e pensiero; Gabriele, a contatto fin da giovane con il mondo liberale e democratico lombardo. Un unico traguardo da raggiungere per entrambi: liberare l’Italia e fare di essa un vero e proprio stato.
Tutto ad un tratto le vite dei due giovani si intrecciano: si incontrano ad Albaro, località nei pressi di Genova, e, grazie all’abitazione condivisa e al comune impegno patriottico, avviene il primo incontro tra loro e nasce un rapporto via via più intenso, intimo e complice, che da semplice intesa e confidenza si trasforma in un amore passionale. E così nell’aprile 1859 Alba e Gabriele si sposano, rafforzando ancor più il legame passionale che arde dentro di loro: sebbene fisicamente separati, vivono gli eventi politico-militari che stanno sconvolgendo il loro paese con una fervida partecipazione, legati più che mai grazie alla duplice gioia per se stessi e la patria, che vede nel cruento fondo di guerre uno spiraglio che le permetterà di ottenere l’indipendenza a cui aspirava con entusiasmo.
E’ questa una delle coppie più insigni dell’Italia risorgimentale, forse per l’insieme di ideali politici che si portano appresso i due personaggi:  il carteggio intercorso fra loro, infatti, costituisce un esempio delle opposizioni di pensiero e di azione esistente tra ideali democratici, da un lato, e moderati, dall’altro, opposizioni trasbordate da un quadro di discussione politica ad uno meno tradizionale del rapporto di coppia. L’impegno politico, dunque, è per i due giovani patrioti uno stimolo all’incontro e alla conoscenza,  un elemento di coesione che facilita l’approfondirsi del loro legame ed anche la causa di frequenti separazioni; ostacoli generati da tale impegno che però proprio lo stesso aiuta a superare in quanto spinge i due a comunicare tramite lettere, alimentando così il desiderio di conoscersi reciprocamente. Alba, per esempio, nelle lettere esorta ripetutamente Gabriele a riflettere sulle condizioni del loro paese e ad agire per esso: “[…] primo nostro scopo sia l’indipendenza del Paese, nostro supremo desiderio la guerra. Voi proverete l’amore per la Patria col braccio, noi col sacrificio in silenzio. Ad ognuno ciò che gli spetta, ma tutti facciano”.
Ma forse, in una situazione simile, non è tanto il confronto politico tra i due ad affascinare, a fare della loro storia d’amore uno dei modelli più significativi non soltanto dell’epoca rinascimentale. Sono infatti altri gli elementi che colpiscono: un groviglio di valori di importanza fondamentale ma non calcolati minimamente dalla società ad Alba e Gabriele coeva; valori addirittura condannati, vengono a galla, portando con sé un velo di sbigottimento che, tuttavia, non fa paura ai due innamorati. Un tipico esempio di anticonformismo si ritrova nella scelta di passare, dopo pochi mesi di conoscenza, dal “voi” al “tu”, indice manifesto dell’intimità creatasi fra i due, ma inammissibile in quegli anni in cui il tu era concesso solo dopo le nozze. Condividendo l’alloggio ad Albaro, legami famigliari e di amicizia, ideali politici, i due amanti di tengono legati da una confidenza evidenziata nelle lettere che si sono scambiati. Sono lettere vive le loro, cariche di un sentimentalismo e di un pathos impensabile a quel tempo; a poco a poco esse si svincolano dal raccontare vicende storico-politiche italiane pre e postunitarie, poiché invasi dalla necessità di parlare di sé, della loro storia d’amore; ognuno narra all’altro di sé con più spontaneità sulla vita quotidiana, le proprie preoccupazioni, i propri stati d’animo, i propri progetti, praticamente su qualsiasi cosa! Gabriele e l’amata diventano in modo reciproco ascoltatori attenti e partecipi, nonché aiuto e consiglio, interiore ma anche pratico. La relazione tra Alba e Gabriele si contraddistingue poi per il carattere singolarmente paritario: il rispetto reciproco, la collaborazione, la stima sono alla base dei valori di questa coppia. Nonostante la legge attribuisse a Gabriele, nelle veci di marito, la più ampia autonomia nella condizione della famiglia, di comune accordo i due coniugi si mettono sullo stesso piano. In particolare Alba, discostandosi dalle altre donne della sua epoca, riceve una valida cultura, si interessa di problemi educativi e politici, per la soluzione dei quali il suo carattere determinato ed attivo la spinge ad intervenire di persona con le parole e con i fatti. E Gabriele, nei confronti di una donna come lei, così attiva in ambito famigliare, relazionale e politico e così coerente agli ideali da lei perseguiti, si rivela accondiscendente e le porta il massimo del rispetto, cercando sempre di uniformare i progetti della moglie ai propri.
Ecco un esempio, dalle loro missive, di questo rapporto di coppia, per così dire, “alla pari”, nonché del profondo interesse nutrito dal patriota nei confronti dell‘amata. Scrive Gabriele: “[…] voglio avere assolutamente un punto di appoggio nella casa ove sei tu. […] te lo dico chiaro, io conto e voglio restar con te […] Io voglio bene a te ed ad alla tua famiglia. Dunque non desidero che vedervi e starvi assieme”.La vita di questa coppia patriottica trascorre, seppur tra alti e bassi, nel complesso senza gravi difficoltà. Gabriele muore lontano dalla moglie nel 1869, mentre Alba, ignara della scomparsa del marito, dopo essere guarita da una grave malattia, torna a scrivergli, con la voglia di riprendere il filo del loro rapporto che è invece spezzato per sempre. E’ così che si concludono le vicende ma soprattutto le passionali missive di due patrioti innamorati quali Alba e Gabriele: animati dalla stessa speranza di vedere, un giorno, l’Italia unita, si fanno forza vicendevolmente, scoprendo emozioni che mai avrebbero pensato di provare.
Chitò Giulia 4AL

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