giovedì 12 maggio 2011

DA CHIANCIANO E’ TUTTO. LINEA A VOI…



Finalmente la parola al nostro Direttore.

DA CHIANCIANO E’ TUTTO. LINEA A VOI…
24 ore non stop: tutti insieme appassionatamente di vagone in vagone

E’ la seconda volta che mi reco a Chianciano con i ragazzi del giornalino per la premiazione del lavoro svolto con Alboscuole, l’associazione che si occupa del giornalismo scolastico. Un fantastico staff guidato dal presidente Ettore Cristiani che permette ai ragazzi di ogni scuola d’Italia e grado, di esprimere attraverso la parola scritta, le opinioni, i pensieri e anche solo i  sentimenti che possono essere condivisi con i numerosi lettori dei giornalini scolastici. Un’occasione per ognuno e un’ opportunità per tutti.
Scrivere quello che abbiamo vissuto in questo viaggio è impossibile perché ogni mia parola è parte del vissuto di chi vi ha partecipato. Al di là della semplice cronaca proverò a dirvi quello che mi ha dato.
Quest’anno per motivi anche economici, ho deciso di chiedere la disponibilità ai miei cronisti per una sola giornata a Chianciano Terme, mettendo in evidenza la notevole distanza e il fattore stanchezza. Il motto era : più è ardua l’impresa e più è grande l’emozione. Hanno risposto positivamente in cinque: Millauro Marta, Polini Valentina, Belotti Adele, Chitò Giulia e il mio videocronista Giampaolo Marinaro , naturalmente il sottoscritto che li ha accompagnati :Zamblera Anselmo. Ai miei eroi si è aggiunta Alegre Marta, ospite della nostra scuola per uno scambio scolastico con ESN. L’appuntamento era per le ore 6,02 a Bergamo con partenza per Milano. Naturalmente alle ore 5,30 eravamo già tutti in stazione a Bergamo per vedere l’alba dalla città. Con i saluti e le raccomandazioni di rito ci siamo avventurati verso l’ignoto e l’imprevisto, impavidi e pieni di entusiasmo. In effetti l’andata ci ha permesso di arrivare dopo cinque ore di viaggio, abbastanza rilassati, soprattutto perché viaggiando con la Freccia Rossa abbiamo potuto verificare l’eccellenza del servizio con ristoro a bordo, collegamento wi-fi per internet e bagni puliti. L’unica pecca: la serietà dei viaggiatori a bordo che collegati ai loro computer erano estranei alla nostra allegria e vivacità. Arrivati a Chiusi si metteva in moto l’impeccabile organizzazione di Alboscuole che ci metteva a disposizione un pullman, a 5 stelle o quasi, per raggiungere in 25 minuti Chianciano. Corrompevo l’autista per portarci nell’unico ristorantino della zona e alle 12,00 in punto potevamo ordinare un pranzo quaresimale, senza carne ma di ottima preparazione (per chi è curioso di sapere anche questo dettaglio si trattava di un misto di insalata per le seguaci della dieta e pappardelle ai funghi porcini  e spaghetti al sugo per i seguaci della pasta). Un piccolo tour per Chianciano ci portava in piazza Italia per un ottimo gelato e alle ore 15.00, puntuali come un orologio svizzero, al Pala Montepaschi per le premiazioni. Evitavamo la ressa per la  videointervista e prendevamo posto per attendere l’arrivo di tutte le redazioni che, riunite sotto lo stesso tricolore, festeggiavano l’unità d’Italia in un clima gioioso, allegro ed euforico. Finalmente ecco l’inizio con la presentazione dei candidati al premio giornalista per un giorno, anche noi abbiamo la fortuna di avere  Giulia Chitò che devo accompagnare sul palco per ricever la fascia di Alboscuole e il diploma speciale per il lavoro svolto in questi anni per il nostro giornalino ”Times Riva School”. Si vince la timidezza, si sorride e si saluta davanti a tantissimi giovani che non mancano ad un appuntamento così importante. Non siamo arrivati tra i primi tre come lo scorso anno, ma è giusto lasciare spazio un po’ a tutti. Giulia è comunque tra i primi 52 studenti su 18.000 redattori e questa è già una soddisfazione. E’ il momento di tornare e il taxi ci aspetta all’uscita. Saluto il presidente e ringrazio i suoi collaboratori tenendomi stretto il premio con orgoglio e grande soddisfazione. Dico addio a Chianciano, soddisfatto dell’avventura e con senso paterno accompagno questa mia famiglia di 6 studenti che parlano in inglese per quasi tutto il viaggio così che Marta Alegre   possa condividere la festa insieme a noi. Arriviamo a Chiusi e quando pensiamo che  il viaggio finisca, ecco la sorpresa delle Ferrovie dello Stato. Il nostro treno per Bologna è in ritardo di 30 minuti. Io rassereno gli animi perché la coincidenza è dopo 45 minuti, siamo ancora in tempo. Ma minuto dopo minuto il ritardo si fa sempre più abbondante, così  mi decido a chiedere 5 minuti prima della chiusura dello sportello dei biglietti cosa possiamo fare. Il consiglio è quello di partire alle 6 di mattina e di arrivare alle 14,00 a casa. Mi rifiuto e chiedo una alternativa rocambolesca , i miei allievi accettano l’avventura ed è così che inizia il nostro vero viaggio, quello che non era programmato e che ci vedrà protagonisti di questa esperienza.  Anche se l‘impiegato protesta perché l’ufficio deve chiudere ottengo con gentilezza il rimborso dei biglietti e il cambio di itinerario con treni locali, regionali ed espresso. Il gruppo si compatta sempre più , non mancano le risate e le lezioni in lingua portoghese con Marta che si arrabbia non poco per la nostra difficoltà di pronuncia e in cambio le diamo lezioni di bergamasco. Arriviamo a Bologna verso le 23,30 e decidiamo di aspettare le ore 4,00 con un giro notturno alla città. Prima tappa l’originale MCDONALD che non manca mai ad ogni viaggio e al quale acconsento sotto ricatto di consegnare il regalo per i miei figli. Poi ci incamminiamo e sotto i riflettori, la silenziosa città ci mostra monumenti , piazze e la vita notturna di  giovani di ogni età che cercano in ogni modo il divertimento. Vedo che i miei allievi sono ormai cotti, ma c’è tempo per un piccolo scherzo. Resto ultimo e senza essere visto mi tolgo dalla loro vista  camminando parallelamente a loro. Li vedo ridere, scherzare, chiacchierare e finalmente qualcuno con un po’ di preoccupazione si accorge che è sparito il profe. Vedo e non sono visto, ma quando mi accorgo della loro  inquietudine  me ne esco dal mio punto di osservazione privilegiato rasserenando tutti quanti. Torniamo in stazione e sono solo le 3. Manca ancora un’ora e ci permettiamo di occupare una delle poche panchine vuote , probabilmente il letto di un clochard che si è allontanato per frugare tra i rifiuti e cercare la sua colazione. Si avvicina, passa  e ci guarda, ma non dice niente. Quando saliamo sul treno gli lascio sulla panchina un pacchetto di biscotti come prezzo per la sua generosità e mi chiedo ancora adesso se li avrà trovati e gustati. Eccoci verso Verona sul treno dei poveretti, la gran parte sono stranieri che occupano questi scompartimenti, sporchi e inospitali. Ci sediamo, ma poco dopo dobbiamo lasciare i nostri posti a chi aveva prenotato. Ci adattiamo e viaggiamo in compagnia di un indiano che nessuno ha scelto come compagno di viaggio. Intanto qualcuno anche a quest’ora studia storia dell’arte o Torquato Tasso: domani ovvero oggi sono interrogati. Nel viaggio da  Verona ci si concede un po’ di rilassatezza e finalmente per breve tempo si chiudono gli occhi. Abbiamo la fortuna di avere uno scompartimento tutto per noi , ma Valentina non ha sonno e sta sul seggiolino in corridoio, io mi metto vicino al finestrino e da dietro la tenda,quando passa qualcuno, osservo che sia ancora al suo posto: lei ascolta la musica come nulla fosse mentre gli altri si permettono un piccolo riposo. Sono ormai le 6.36 quando arriviamo a Rovato e vediamo sorgere il sole che per un giorno ha illuminato la nostra vita. Mi chiedono se devono andare a scuola, ma per questa volta anche se non l’ho fatto per tutta la notte decido di chiudere un occhio e li autorizzo a starsene a casa a dormire. Io torno a casa in tempo per mandare il figlio a scuola e raccontare la nostra avventura cominciando la vita di sempre, ma con una gioia che mi accompagna dentro per avermi fatto sentire  verso i  miei eroici allievi  un pò profe, un po’  amico e confidente e la loro guida negli imprevisti. La gioia di essere docente in questi momenti fa dimenticare tutto e la loro stima mi dice di continuare e di vivere con passione questo viaggio insieme a loro.

Anselmo Zamblera

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